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Orto Parisi
Note di Testa:
Note di Cuore:
Note di Fondo:
Genere:
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Un profumo in cui sfaccettature contrastanti convivono e si fondono. In Esvedra gli opposti si attraggono: è infatti nel contrasto che Esvedra trova il suo equilibrio. Un Vetiver dall’impronta asciutta e penetrante si unisce a una nota di muschio poudré, soffice e impalpabile, un Vetiver irregolare, “fractale” che si esprime con note di un verde magnetico, scie fragrantiche di sensualità e un firmamento luccicante di Petit Grain di Limone e foglie di Coriandolo. Un profumo “di rottura” che rifiuta i tre tempi di testa – cuore – fondo, scegliendo un nuovo schema olfattivo in cui tutti gli ingredienti sono riuniti nel centro della composizione.
Guarda oltre le foglie, la fitta vegetazione: tutto appare verde. Décou-Vert si libera nell’aria ed il verde lascia spazio ad una moltitudine di colori, una palette viva e vibrante di fiori e foglie verdi. Note chiare flirtano con note brillanti dando vita ad un inedito caleidoscopio. Il fondo riporta alla pace, grazie alle note suadenti muschiate e legnose. Décou-Vert è una sorpresa olfattiva.
Un soffio etereo esperidato con accenni polverosi. Il Lavandin, immacolato, amalgama armoniosamente le note di testa al cuore fiorito di Lavanda, Iris e Neroli , sostenuto da semi di Ambretta. Un’eleganza senza fronzoli, che si irradia impetuosa sospinta dalle note sensuali del fondo. Un brivido inaspettato: il fascino discreto della sensualità.
«In una piacevole sera d’autunno, con la luce dorata, improvvisamente il freddo mi travolse. L’inverno sarebbe entrato insieme all’alba. Aprendo la porta di casa, mi voltai per guardare un’ultima volta l’ultimo stelo dei fiori di tuberosa, dono di un’estate che si era prolungata, pensando che al mattino sarei andato a raccoglierlo per ubriacarmi qualche giorno ancora del suo odore. Da allora, in un momento in cui le luci artificiali rispondono alla notte, la tuberosa diffonde con la sua voce morbida un profumo di gelsomino, prugna e spezie. È un sussurro, come una brezza, che non stancherà. E ogni sera, verso mezzanotte, la sua voce si spegne, così che si possa aspettare lo stesso momento dell’indomani. Il suo odore è come la sua vita, programmato. C’è in questo fiore qualcosa della figura di Sheherazade che raccontava ogni sera una storia per sfuggire alla morte. Lo ha fatto così bene che la sua vicenda, ancora viva, è diventata un profumo.»